“Per quanto bella sia la strategia, ogni tanto bisogna guardare ai risultati”. – Winston Churchill
“Questo è il tuo throughput di questa settimana, figlio mio, cosa è andato storto?”.
“Nulla papà, è solo che non avevo voglia di fare niente”.
“Ok, ma se nessuno qui avesse voglia di fare niente?”.
“Non ne ho idea…”
“Dai, non prendermi in giro, sai che la gestione della casa collasserebbe”.
“Non credo, tu e Mamma la sistemereste”.
“No, intendo dire se NESSUNO qui avesse voglia di fare niente, compresi Mamma e me….”.
“Puoi spostare alcuni dei foglietti della scorsa settimana a questa settimana, no? Così il mio through… come-si-chiama sarebbe a posto anche per questa settimana, punteggio raggiunto!”.
“Non si tratta di fare un punteggio, figlio mio, ma di fare qualcosa per collaborare con la comunità in cui vivi. Questo è l’obiettivo”.
“Non si tratta del punteggio…”.
“No, non si tratta del punteggio. Fare solo il punteggio si chiama ‘vanity metric'”.
“Io non sono vanitoso”.
“Non sto dicendo che sei vanitoso, sto dicendo che concentrarsi sul punteggio e non sull’evento sottostante misurato dal punteggio, finisce per essere una vanity metric”.
“Ancora il tuo Kanban da nerd, papà….”.
“Sì certo, figlio mio, ma torniamo al punto: hai intenzione di fare qualcosa per la comunità questa settimana, o no?”.
“Se proprio devo….”
“Sì, grazie”.
Questa conversazione e i personaggi in essa rappresentati sono puramente fittizi, al fine di spiegare il metodo Kanban ai lettori.
Nel caso vi siate persi il primo episodio della serie